C’è anche il caso di Aprilia nel rapporto annuale di Avviso Pubblico, presentato in occasione della conferenza “Amministratori sotto tiro”, presso la sede della Federazione Nazionale Stampa Italiana di Roma.
Il presidente di FNSI Vittorio Di Trapani, il presidente di Avviso Pubblico Roberto Montà, la sottosegretaria al Ministero dell’Interno Wanda Ferro, il curatore del Dossier e responsabile dell’Osservatorio parlamentare di Avviso Pubblico Claudio Forleo, il direttore analisi di Acled Andrea Carboni, hanno presentato il dossier relativo alle intimidazioni subite dagli amministratori locali nel corso del 2023, in occasione dell’incontro moderato dal giornalista del Tg3 Fabrizio Feo.
A chiudere l’evento, la testimonianza del sindaco di Aprilia Lanfranco Principi, vittima il 10 Ottobre 2023 di un atto intimidatorio perpetrato da ignoti, che hanno scagliato una bottiglia incendiaria contro la sede dell’Azienda Speciale Aprilia Multiservizi e lasciato una scritta sulle mure che lasciava intendere in maniera chiara il movente del gesto, chiamando in causa direttamente il Primo Cittadino.
“L’atto intimidatorio che ho subito – ha sottolineato il Sindaco- forse non è paragonabile per gravità ad alcuni dei casi riportati all’interno di questo report annuale. Non è possibile tuttavia sminuire la portata del gesto, né il modo in cui lo stesso incide nella vita di una persona che lo subisce. Questi episodi hanno ripercussioni sul lavoro e sulla vita privata della persona e dei suoi familiari, spezza la serenità, alimentano paure e preoccupazioni e rischiano di condizionare la normale attività amministrativa, lavorativa, la vita privata. Per questo è importante una maggiore consapevolezza da parte degli amministratori e da parte dei cittadini, perché ogni atto intimidatorio rivolto alle istituzioni è un atto contro la loro stessa volontà democratica e contro la loro libertà”.
Sebbene i numeri segnalino un trend in costante calo negli anni, con 315 episodi del 2023 contro i 574 del 2018, il minor numero di denunce, la porzione di episodi che restano sconosciuti all’opinione pubblica e una normalizzazione di alcune tipologie di atto intimidatorio, sembrano essere la causa della diminuzione numerica dei casi- solo 4 dei quali registrati nella Provincia di Latina su 11 avvenuti nella Regione Lazio. Per questo a conclusione dei lavori, l’invito rivolto agli amministratori e alla politica nei vari livelli di tenere alta l’attenzione sul fenomeno.