“L’approvazione del regolamento di ripristino della natura palesa ancora una volta l’irrazionalità delle scelte di un’Europa che va avanti a suon di ideologie, incurante delle ripercussioni reali che le sue decisioni hanno sui singoli Paesi membri e nella fattispecie sul mondo agricolo, che continua ad essere vessato e penalizzato anziché sostenuto e valorizzato. Nel regolamento, presentato come un traguardo per l’ambiente a difesa degli ecosistemi, vi è infatti l’indicazione di abbandonare 1,2 milioni di metri quadrati di terreno agricolo, ovvero il 10% delle coltivazioni esistenti: ciò vuol dire meno lavoro per imprese e persone ma anche un incremento dell’importazione di prodotti agricoli da paesi che non rispettano l’ambiente, talvolta utilizzando tecniche di produzione discutibili e utilizzando pesticidi vietati in Italia.
Questo regolamento è uno schiaffo a chi ogni giorno lavora la terra assicurando prodotti di qualità alle nostre tavole, a tutti quegli agricoltori che con le coltivazioni e l’attività di manutenzione del territorio offrono un contributo insostituibile per il contrasto del dissesto idrogeologico che caratterizza gran parte del nostro Paese.
È inaccettabile che l’Europa, anziché ascoltare le voci degli agricoltori che in questi giorni hanno manifestato la loro disperazione fino a Bruxelles, decida di proseguire su una strada che sembra ignorare le reali necessità di chi garantisce la nostra sicurezza alimentare e per di più, continua a imporre limitazioni insostenibili alla produzione agricola senza offrire adeguati sostegni finanziari.
Altrettanto scellerata è la decisione di rimuovere barriere artificiali e argini, in nome del ripristino fluviale, esponendo i nostri territori a rischi inaccettabili e ignorando le esigenze di sicurezza di cittadini e imprese. I continui casi di esondazioni e di smottamento dei terreni che accadono in Italia sono emblematici al riguardo. Irrazionale è anche il ripristino delle zone umide: ciò significa che dovremmo riumidificare torbiere e paludi, dando un calcio a tutte le opere di bonifica finora effettuate sui territori per garantire la loro vivibilità.
Quello del ripristino della natura è un regolamento che minaccia il futuro dell’Italia e dell’Europa tutta, in nome di un progresso irreale già sperimentato con altri provvedimenti del Green Deal. Come Lega Gruppo ID continueremo a lottare contro gli ideologismi estremisti della sinistra europea che, indossata la maschera del difensore dell’ambiente, è disposta a sacrificare la tenuta economica e sociale della comunità. E proseguiremo nella battaglia a sostegno dell’agricoltura e degli agricoltori, alzando la voce contro una politica europea che li penalizza e ignora le loro sofferenze, continuando ad opporci ad un approccio che vede nel mondo agricolo un nemico piuttosto che un alleato della natura. Gli agricoltori sono i primi custodi del territorio e del paesaggio, e come tale devono essere riconosciuti e supportati, non criminalizzati”.
Lo afferma il parlamentare europeo della Lega Gruppo ID Matteo Adinolfi