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Prosegue la campagna di controlli dai B&B, promossa dal Comando Generale
dell’Arma dei Carabinieri e avviata lo scorso novembre dal Comando Carabinieri per
la Tutela della Salute, d’intesa con il Ministero della Salute, con un focus particolare
sulla Capitale in ragione dell’Anno Giubilare.
Quasi 2.500 i B&B sinora controllati: oltre 500 (1 su 5, pari al 20%) quelli non
risultati “non conformi” alla normativa di settore. In questa seconda fase della
campagna, avviata prima di Natale, oltre agli aspetti igienico-sanitari, strutturali e
autorizzativi, particolare attenzione è stata posta all’obbligo per i gestori di
identificazione degli ospiti. La norma principale di riferimento è l’art. 109 del Testo
Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS). Alla luce della intensificazione
del fenomeno delle cc.dd. “locazioni brevi” su tutto il territorio nazionale, legate
anche alle celebrazioni del Giubileo, e tenuto conto dell’evoluzione della difficile
situazione internazionale, il Ministero dell’Interno ha ravvisato la necessità di attuare
stringenti misure finalizzate a prevenire rischi per l’ordine e la sicurezza pubblica in
relazione all’ eventuale alloggiamento di persone pericolose e/o legate ad
organizzazioni criminali o terroristiche. A tale scopo, lo scorso novembre, lo stesso
Ministero dell’Interno ha emanato una circolare con cui ha fornito chiarimenti in
merito alle criticità connesse alla invalsa procedura di “identificazione da remoto”
degli ospiti delle strutture ricettive a breve termine mediante trasmissione informatica
delle copie dei documenti e accesso negli alloggi con codice di apertura
automatizzata, ovvero tramite installazione di key-boxes all’ingresso.
Al riguardo è stato chiarito che la gestione automatizzata del check-in e dell’ingresso
nella struttura, senza identificazione de visu degli ospiti, si configura quale procedura
che rischia di disattendere la ratio della previsione normativa, non potendosi
escludere che, dopo l’ invio dei documenti in via informatica, la struttura possa essere
occupata da uno o più soggetti le cui generalità restano ignote alla Questura
competente, comportando un potenziale pericolo per la sicurezza della collettività:
eventuali procedure di check-in “da remoto”, dunque, non posso ritenersi satisfattive
degli adempimenti di cui all’ articolo 109 TULPS, cui sono tenuti i gestori di strutture
ricettive. In conclusione, in un momento storico delicato a livello internazionale,
caratterizzato da eventi che a vario modo impongono un elevato livello di allerta,
viene confermato l’obbligo posto a carico dei gestori di strutture ricettive di ogni
genere o tipologia- come nella ratio sottesa all’ art. 109 TULPS- di verificare
l’identità degli ospiti mediante verifica de visu della corrispondenza tra persone
alloggiate e documenti forniti, comunicandola alla Questura territorialmente
competente. In caso di inosservanza della norma, per il gestore è previsto l’arresto
fino a tre mesi o ammenda fino a 206 euro.
Le violazioni delle disposizioni dell’articolo 109 TULPS accertate sono state 43.
Più in generale, nell’ ambito dei controlli sinora svolti dai Carabinieri dei 38 NAS
dislocati su tutto il territorio nazionale, sono state:
- segnalate 435 persone all’ Autorità Amministrativa e 48 quella Giudiziaria;
- accertate 731 violazioni amministrative e 61 penali;
- irrogate sanzioni pecuniarie per oltre 500 mila euro.
In particolare, il NAS di Pescara ha sottoposto a sequestro un B&B abusivamente
allestito al piano terra di un immobile classificato nella categoria catastale c3 che
identifica laboratori ed officine in cui gli artigiani operano, lavorando e trasformando
prodotti semilavorati in beni finiti da destinare alla vendità: rientrano in questa
categoria, ad esempio, i laboratori di artigiani quali fabbri, falegnami, calzolai e
vetrai, ma anche i locali adibiti ad attività di carattere artigianale come, ad esempio,
la riparazione di autoveicoli condotta da carrozziere ed elettrauto. Nel caso
specifico, quei locali erano stati adibiti, in passato, a sartoria.