Il Governo ha recentemente ufficializzato, tramite un emendamento al decreto fiscale, l’espansione del Bonus Natale 2024, estendendo il beneficio a 4,6 milioni di lavoratori italiani, un numero significativamente maggiore rispetto al milione inizialmente previsto. Più nel dettaglio, inizialmente erano stati stanziati 100 milioni di euro per coprire il bonus, ma con l’emendamento sono stati aggiunti altri 235 milioni di euro per estendere il beneficio a una platea molto più ampia.
Il “Bonus Natale” è un’indennità riservata ai lavoratori dipendenti con reddito fino a 28 mila euro e con un’imposta lorda di importo superiore a quello della detrazione per lavoro dipendente. Il bonus sarà, quindi, destinato a chi ha un reddito inferiore a 28.000 euro annui, ma non inferiore a 8.500 euro, in modo da escludere chi non è soggetto al pagamento dell’Irpef.
Il reddito complessivo non superiore ai 28.000 euro viene calcolato al netto dell’abitazione principale, considerando il c.d. reddito di riferimento, computando la quota esente dei redditi agevolati nonché quelli soggetti a imposta sostitutiva. Nella circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 19/E del 10/10/2024 si osserva che nel calcolo del reddito complessivo deve tenersi conto anche dei redditi assoggettati a cedolare secca, dei redditi assoggettati a imposta sostitutiva in applicazione del regime forfetario, della quota di agevolazione ACE e delle somme elargite dai clienti ai lavoratori del settore privato, impiegati nelle strutture ricettive e negli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande a titolo di liberalità.
La somma ricevuta è netta, quindi non ci saranno aliquote di tassazione applicate. Ciò significa che l’importo erogato non è soggetto né a imposte né a contributi previdenziali, e non influisce sul calcolo del Trattamento di Fine Rapporto (TFR).
Inoltre, poiché il bonus è esente da tassazione e non concorre alla formazione del reddito imponibile IRPEF, esso non viene considerato nel calcolo dell’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), né ostacola il diritto ad altre agevolazioni legate al reddito, come bonus sociali o detrazioni fiscali.
Si rammenta che le principali novità apportate in sede di emendamento prevedono:
- soltanto il requisito del figlio a carico: è stato infatti eliminato l’obbligo di avere anche un partner a carico. Si rammenta che i figli sono considerati fiscalmente a carico se non superano i 24 anni di età e hanno percepito, nell’anno, un reddito pari o inferiore a 5 mila euro. Se superano i 24 anni sono considerati a carico dei genitori solo se hanno percepito un reddito pari o inferiore a 2.840,51 euro;
- un solo bonus per famiglia: ogni nucleo familiare potrà ricevere al massimo un Bonus Natale, anche nel caso in cui entrambi i genitori siano dipendenti. Solo uno dei due avrà diritto all’indennità.
Il Bonus Natale sarà calcolato come una tredicesima mensilità, ossia in base ai mesi di lavoro effettivi nell’anno. L’importo massimo sarà di 100 euro ma, in caso di contratti di lavoro iniziati in corso d’anno (ad esempio da luglio), l’importo sarà proporzionale ai mesi lavorati.
Come richiedere il Bonus Natale?
Lo scorso 19 novembre, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una circolare – la n. 22/E – con i chiarimenti relativi alle regole per ottenerlo. Il lavoratore deve presentare un’autocertificazione al datore di lavoro, dichiarando di soddisfare i requisiti di reddito e familiari, e di non essere beneficiario del bonus da parte del coniuge o convivente, nel caso in cui quest’ultimo sia anche lavoratore dipendente. In caso di convivenza, potrebbe essere necessario comunicare il codice fiscale del convivente, dichiarando che quest’ultimo non percepisce il bonus. Il sostituto d’imposta (datore di lavoro) riconoscerà il bonus insieme alla tredicesima mensilità, che generalmente arriva con la busta paga di dicembre. Se il bonus non viene erogato, il lavoratore potrà recuperarlo con la dichiarazione dei redditi 2024, che sarà presentata nel 2025.
La circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 19/E del 10/10/2024 indica che il lavoratore deve anche fornire i dati reddituali all’ultimo datore di lavoro, qualora abbia avuto precedenti rapporti di lavoro. Il datore di lavoro deve naturalmente conservare la documentazione.
Cosa deve fare il lavoratore che ha ricevuto il bonus e non ne aveva diritto?
Il lavoratore deve verificare di averne diritto e, nel caso gli fosse stato erogato e non spettasse, deve restituirlo in sede di dichiarazione fiscale (730 o dichiarazione dei redditi). Nel caso in cui, invece, ne avesse diritto e non gli fosse stato erogato, potrà richiederlo sempre in sede di dichiarazione fiscale.
Nel caso di contratti part time il bonus va proporzionato?
Il bonus non va riproporzionato in caso di contratto a tempo parziale. Spetta in misura inferiore solo nel caso in cui le giornate di detrazione di lavoro dipendente spettanti siano inferiori a quelle spettanti per l’intero periodo d’imposta.