Alle prime luci dell’alba di ieri, a Roma e a Latina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno dato esecuzione a un’ordinanza, emessa dall’Ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica capitolina, che dispone la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di 4 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, di estorsione con la circostanza aggravante del metodo mafioso (artt. 629 e 416 bis.1 c.p.) e morte come conseguenza di altro delitto (art. 586 c.p.).
Le contestazioni contenute nell’ordinanza scaturiscono dall’indagine avviata nel febbraio del 2023 dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma a seguito della denuncia sporta da un imprenditore 54enne operante nel settore ittico. Questi aveva riferito agli inquirenti che i quattro indagati, titolari e collaboratori di una società operante anch’essa nel settore ittico, stavano tentando di costringerlo, dietro reiterate minacce e pressioni, al pagamento di 600.000€, a fronte di un debito di 147.000€ maturato tra il 2021 ed il 2022.
Gli indagati, al fine di recuperare il denaro, dapprima riferivano all’imprenditore di aver ceduto il credito a esponenti di una nota cosca di ‘ndrangheta, riuscendo così, nel giro di qualche settimana, a recuperarne una parte (euro 60.000 circa). Successivamente, i quattro sono gravemente indiziati di averlo costretto, con reiterate minacce di morte e con violenza, a sottoscrivere un documento con cui si accollava un debito pari a 600.000 euro, per estinguere quello in essere con i calabresi ed evitare così le istanze prevaricatrici nei confronti suoi e dei suoi familiari. Nonostante la sottoscrizione di tale documento, lo stesso continuava a subire minacce e pressioni che portavano il 54enne, poco dopo l’avvio delle indagini, a togliersi la vita.