«L’ennesimo suicidio in un istituto penitenziario, questa volta a Frosinone, rappresenta una sconfitta per lo Stato e per tutti coloro che credono nel valore rieducativo della pena e nella possibilità per i detenuti di poter iniziare una nuova vita dopo il carcere. Il tasso di sovraffollamento e altre criticità espongono le persone detenute, assieme a quelle che in carcere lavorano, a una quotidianità che rischia di porre in discussione i diritti fondamentali della persona. La civiltà di un Paese, come sosteneva Voltaire, si misura dalle sue carceri ed è urgente agire per restaurare dignità e umanità», lo evidenzia Luisa Regimenti, assessore al Personale, alla Sicurezza urbana, alla Polizia Locale, agli Enti Locali e all’Università della Regione Lazio.
«In Regione Lazio stiamo lavorando ai nuovi bandi per il reinserimento sociale dei detenuti e per garantire il diritto all’istruzione. Intendo, inoltre, essere promotrice di un tavolo di lavoro interistituzionale che, recependo un atto di indirizzo della Conferenza unificata mai attuato nel Lazio, coinvolga il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, il Garante delle persone private della libertà personale, le Asl e le associazioni che operano negli istituti penitenziari. L’obiettivo è quello di elaborare un Piano regionale per la prevenzione dei suicidi negli istituti penitenziari. Molte volte si verificano eventi sentinella, i quali, se colti tempestivamente, possono essere fondamentali per entrare in contatto con le persone detenute e attuare idonee azioni di sostegno», conclude l’Assessore.