Riprende, parallelamente alla stagione di prosa, la programmazione del Fellini di appuntamenti “fuori abbonamento” raccolti nella sezione “Slash”, lo spazio multidisciplinare e poli linguistico che racchiude al suo interno le attività di produzione, formazione e le molteplici collaborazioni che il teatro diretto da Clemente Pernarella ha strutturato nel corso degli anni. Domenica 24 marzo alle ore 18.00 in scena lo spettacolo “Dopo la bora”.
“….C’era una volta a Trieste un manicomio, e c’era una volta nel manicomio di Trieste un medico che in soli sette anni cambia la storia della psichiatria italiana…”
Nel 1971 Franco Basaglia diventa direttore del manicomio di Trieste e, mattone dopo mattone, comincia ad abbattere il muro che lo separa dal resto della città. L’arrivo del dottor F rivoluziona le vite non solo dei pazienti ma di medici, infermieri e di tutti coloro che li aspettano a casa. Sette anni dopo, i cancelli si aprono per sempre: il 13 maggio 1978 la legge Basaglia sancisce la chiusura di tutti i manicomi sul suolo italiano e la reintegrazione degli internati nella società civile. Dopo la bora traccia le storie dei personaggi che abitano Trieste e il San Giovanni alle soglie di questo evento epocale.
Lo spettacolo sviluppa due linee narrative fondamentali che si intrecciano. Fuori dal manicomio seguiamo la vita di Antonia, la moglie di un internato che dopo trent’anni attende il suo ritorno; dentro il manicomio, quelle dei due pazienti Giovanni e Tinta e, attraverso di loro, di tutti gli altri “matti”. Matti che parlano, che non parlano più,che votano alle elezioni, che piantano le rose, che credono di essere un cavallo. Ciascuno affronta a suo modo le contraddizioni che la fine dei manicomi porta con sé. La storia del manicomio di Trieste è una storia di resistenza, di un inimmaginabile che improvvisamente diventa possibile, addirittura inevitabile. Eppure, come si chiede Basaglia: esiste veramente un fuori dal manicomio? Fuori dalle istituzioni, fuori dalle etichette, fuori dal rapporto medico.paziente, che cosa rimane? Fuori dalle mura dell’Ospedale Psichiatrico, il mondo è veramente “sano”? Domande essenziali, che è ineluttabile continuare a porci oggi, nel centenario della sua nascita.
Approda dunque al Fellini, dopo essere stato in residenza al Teatro di Villa Pamphili e poi rappresentato a Fortezza Est, uno spettacolo dal forte valore civile, diretto alla contemporaneità, con una modalità di ricerca fondata sulla nuova drammaturgia e la scrittura scenica, portato in scena da tre giovanissime artiste emergenti tra le quali l’attrice di Isabella delle Monache cresciuta a Latina e che a Latina ha mosso i primi passi professionali.